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Primo policarbonato climaticamente neutro

 

Il primo policarbonato climaticamente neutro

Da dicembre 2021 Covestro ha iniziato la vendita del primo policarbonato climaticamente neutro. Questo risultato è il frutto di una missione aziendale che punta a realizzare sostenibilità ed economia circolare: da un lato materie prime biobased o provenienti dal riciclo di rifiuti, dall'altro un ciclo di produzione che non ha un saldo negativo di CO2 e di consumo di fonti non rinnovabili.

Il solo uso di materie prime di origine non fossile o recuperate non basta a far dire che un prodotto è neutro climaticamente. Per ottenere un policarbonato a impatto zero è necessario che tutto il processo produttivo sia sostenibile e non consumi risorse o emetta anidride carbonica.

Questo risultato è dunque il frutto di un complesso percorso strategico che ha permesso di innovare l'intera catena produttiva: materie prime, processi di lavorazione, energia adoperata.

Il nuovo policarbonato è un importante tassello nella trasformazione della chimica della plastica in una chimica a impatto zero.E diventa un anticipatore di una rinnovata filiera produttiva con:

  • tecnologia di progettazione dei materiali impiegati in vista del loro riciclo a fine vita
  • uso del policarbonato recuperato nei nuovi materiali
  • sostituzione dei precursori con sostanze ricavate da massa bio-rinnovabile
  • energia per la produzione proveniente da fonti green.
  • soluzioni innovative che trainano la sostenibilità in tutti i settori in cui il policarbonato è usato.

Il presidente del segmento dei policarbonati di Covestro ha affermato:

"Offrire policarbonato a impatto zero è una pietra miliare nel perseguire la nostra visione di sostenibilità. Ci impegniamo a supportare i nostri clienti nei settori della mobilità, dell'elettronica, dell'elettricità, della sanità e degli elettrodomestici per affrontare le loro sfide attraverso prodotti che offrono prestazioni eccellenti, efficienza dei costi e sostenibilità. Accompagniamo i nostri clienti nell'accelerazione della transizione verso l'economia circolare, oltre a contribuire alla costruzione di una ecologia industriale che favorisca la circolarità."

 

Prodotti sostenibili con il policarbonato a impatto zero

Il policarbonato e in genere i tecnopolimeri stanno assumendo un ruolo determinante in tutti i campi industriali e in numerosissime applicazioni che ormai fanno parte della nostra quotidianità. Trasporti e automotive, medicina o edilizia, elettronica e abbigliamento: in ognuno di questi mercati è possibile trovare componenti realizzati in policarbonato. Aumentare la sostenibilità di questo materiale significa, a catena, implementare la sostenibilità dei singoli oggetti d'uso e nel complesso dell'impatto che hanno le nostre scelte di consumatori. Le caratteristiche e le prestazioni intrinseche dei tecnopolimeri ne stanno determinando il loro successo crescente. Si è calcolato che l'aumento di richiesta di poliuretano e plastiche ingegnerizzate nei prossimi cinque anni sarà del 5% nel settore medicale, del 6% nell'elettronica e fino al 9% in quello dei trasporti e dell'automotive. Del resto anche il mercato è alla ricerca di nuovi materiali plastici dalle performance sempre più specializzate e avanzate, tali da soddisfare le richieste di efficacia e sostenibilità economica e ambientale.

Nel campo biomedicale la somministrazione delle cure e la telemedicina spingeranno la richiesta di dispositivi indossabili realizzati in tecnopolimeri e negli ospedali è continua la ricerca di soluzioni tecniche innovative nella cura e nella diagnostica. Nell'industria dei trasporti, la mobilità elettrica sta chiedendo componenti più leggeri e tecnici e con resistenza meccanica e sicurezza simile a quella dei metalli. In elettronica, le nuove plastiche stanno sostituendo materie prime sempre più costose.

Ed è proprio al Consumer Electronics Show, tenuto a Las Vegas lo scorso gennaio 2022, che è avvenuta la presentazione ufficiale del nuovo policarbonato sostenibile. Con le parole di Sucheta Govil, Chief Commercial Officer di Covestro:

"Sono molto orgogliosa del lancio di questo prodotto climaticamente neutro e della sua presentazione a questa importante fiera. Questa è un'altra pietra miliare nel perseguire la nostra visione di sostenibilità: stiamo accompagnando i nostri clienti nell'accelerare la transizione verso l'economia circolare, oltre a contribuire a costruire un'ecologia industriale che favorisca la circolarità."

 

Certificare l'impatto zero

Per le aziende imbracciare la sostenibilità è un'azione necessaria per affermarsi sul mercato e continuare ad avere successo nel tempo. Non si tratta di una scelta accessoria o facoltativa ma dell'unico modello organizzativo possibile se l'impresa vuole restare competitiva per i clienti e per i suoi finanziatori.

Oltre a politiche trasparenti e l'applicazione coerente degli obiettivi di sostenibilità, esistono strumenti oggettivi che certificano prodotti e processi aziendali.

Alla fine dello scorso anno, Covestro ha ricevuto la certificazione ISCC Plus per i due siti produttivi di Uerdingen e di Leverkusen. La certificazione ISCC Plus (sta per International Sustainability & Carbon Certification rivolta ad alimenti, biomasse solide, prodotti chimici) è uno dei primi sistemi europei per normare la sostenibilità dei prodotti analizzando il bilancio di massa lungo tutto la filiera produttiva. Nata per controllare l'attuazione degli obiettivi di sostenibilità derivanti dalla direttiva europea RED del 2009, la ISCC Plus è diventata la certificazione più adottata dalle aziende, che da 300 nel 2019 in solo due anni sono triplicate.

Grazie al principio di “chain of custody”, viene controllato e verificato che il prodotto mantenga i requisiti di sostenibilità, tracciabilità e bilancio di massa (mass balance) lungo tutta la catena di fornitura e produzione del prodotto stesso.

Il nuovo policarbonato è a impatto zero perché oltre alle materie prime da biomassa sono stati certificati come sostenibili anche l'elettricità adoperata (da energia rinnovabile) sia per l'elettrolisi del cloro, essenziale per la produzione del policarbonato, sia per altre fasi del processo.

 

Impatto zero e ciclo di vita (CLA o Life Cycle Assessment)

La neutralità climatica è il risultato della valutazione del ciclo di vita del prodotto dall'estrazione delle risorse fino all'uscita dalla fabbrica, detta anche "from the cradle to the gate assessment". Con metodo e analisi si valutano tutte le fasi che costituiscono il prodotto: dai processi di estrazione delle materie prime, alla sua produzione, dalla sua distribuzione, fino all'uso e la dismissione finale, restituendo per ogni passaggio i valori di impatto ambientali.

Al termine dei calcoli, il valore di impronta ambientale di un prodotto viene così restituito secondo diverse “categorie di impatto”, che rappresentano tutti i diversi effetti che questo genera nell'ambiente. Tra le categorie considerate vi è l'aumento dell'effetto serra, misurato in base alla quantità di emissioni di CO2 nell'atmosfera che sono generate dai consumi di energia e di materia.

Covestro, per misurare il LCA, si basa sulla norma ISO 14040, rivista criticamente da TÜV Rheinland. Il calcolo considera il sequestro di carbonio sulla base dei dati preliminari della catena di approvvigionamento e la sostituzione dell'energia necessaria con elettricità rinnovabile senza applicare misure di compensazione.

La strategia aziendale Covestro è stata anche premiata con un A- dall'organizzazione no-profit CDP (ex Carbon Disclosure Project), che ogni anno valuta le aziende e le città per il loro percorso verso la sostenibilità ambientale e la lotta al cambiamento climatico. Si tratta di un risultato di rilievo che pone Covestro in posizione di leadership per:

  • l'impegno nel realizzare l'economia circolare
  • le prestazioni aziendali
  • la comunicazione trasparente
  • il rispetto degli obiettivi di neutralità climatica previsti per il primo trimestre del 2022.

L'immissione sul mercato del policarbonato a impatto zero è solo il primo passo per nuove materie prime alternative che verranno introdotte nella catena del valore. È un modo concreto per accelerare la transizione del settore dei polimeri plastici verso l'economia circolare della plastica sfruttando l'infrastruttura chimica esistente con la sua elevata efficienza e la forte economia di scala.

 

Economia circolare come orizzonte condiviso per un futuro sostenibile

Sono passati quasi quattro decenni da quando la Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (WCED) introduceva per la prima volta il concetto di sviluppo sostenibile. Era il 1987 e veniva dichiarato che:

"lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri."

Da quel momento le imprese hanno cominciato a interrogarsi non solo sui fatti economici che li riguardavano ma sui principi etici e ambientali che dovevano ispirarle.

La riforma degli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione dell'8 febbraio 2022 pone lo stato come garante di questo cammino e rafforza i principi della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, nell'interesse delle future generazioni. Come recita l'articolo 41: "L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all'ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali".

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